Architetture barocche furono definite da Elio Vittorini, nel suo romanzo “Le città del mondo”, i palazzi nobiliari e le Chiese che fiancheggiano, come quinte teatrali, le piazze e le vie del centro storico di Scicli.
Strutture che sono una vera magnificenza per il valore culturale ed artistico delle strutture e per la memoria storica degli eventi che hanno contraddistinto la vita della città, come il terremoto del 1693, cambiandone la vita degli abitanti e la forma urbanistica del paesaggio.
Le abitazioni che prima si trovavano a monte vengono infatti ricostruite o riadattate per buona parte lungo le pendici del colle di San Matteo, altre invece vengono costruite a valle seguendo lo status sociale ed economico dei nuovi residenti attraverso abitazioni di edilizia più evoluta rispetto a quella delle abitazioni rurali ma anche di tipo signorile con un’attenzione particolare, oltre che al lato funzionale, a quello artistico ed architettonico.
Lo stile delle nuove abitazioni costruite tra il settecento ed il novecento va dal tardo barocco siciliano al barocco ed al neo classico.
Forme di arte costruttive caratterizzate dall’uso del ferro battuto per le balconate, dalla creazione di maschere grottesche per sostenere le balconate, dall’uso della pietra locale riccamente intagliata e con ampie facciate prospicienti le vie e piazze importanti del centro storico come la via Francesco Mormino Penna, Piazza Italia, la vecchia maestranza, piazza Busacca, via Nazionale.
Tra le architetture civili più antiche risalenti alla prima metà del settecento è da annoverare il palazzo Susino lungo il torrente di Santa Maria La Nova ed i palazzi Beneventano, Spadaro, Fava e altri palazzetti lungo i pendii della collina di S. Matteo appartenenti alla seconda metà del settecento.
Tra l’ottocento ed il novecento si collocano i palazzi Bonelli-Patanè, Conti, Porcelli-Battaglia-Veneziano-Sgarlata, Papaleo, Favacchio, Carpentieri, Scimone, Municipio, Iacono-Donzelli.